Il Ministro della Funzione Pubblica ha annunciato l’avvio delle trattative per il rinnovo, esclusivamente normativo, dei contratti collettivi nazionali di lavoro e, al contempo, la proroga per il 2014 del blocco dei contratti di lavoro dei lavoratori alle dipendenze della pubblica amministrazione.
Detto in altri termini: il rinnovo dei contratti pubblici si farà, ma solo a costo zero, anzi sotto zero, perché le economie derivanti dal blocco del turn over (i colleghi che sono andati e andranno in pensione e che non vengono sostituiti) andrà a esclusivo beneficio dell’erario.
Aspettiamoci, quindi, una modificazione in termini peggiorativi dell’assetto contrattuale complessivo atteso che, in linea di massima, quello che è di spettanza del lavoratore, ovvero la retribuzione, è contenuto nella parte economica dei contratti collettivi (e quindi non ci sarà), mentre quello che è a beneficio del datore di lavoro, ovvero i doveri del lavoratore, è contenuto nella parte normativa dei contratti stessi che, appunto, sarà oggetto di revisione.
La pur modesta posizione di soddisfazione dei sindacati della triplice è francamente sconcertante: senza risorse da destinare ai lavoratori, le innovazioni normative saranno con ogni probabilità a favore del datore di lavoro. Ai posteri, comunque, l’ardua sentenza nonostante, come è già successo in passato, evocare il “noi lo avevamo detto” è ben magra soddisfazione.
Anzi, ci permettiamo chiedere alla triplice (ci riferiamo a quanto riportato da Italia Oggi del 9.8.13) che ci aiutino a capire in base a quale affidamento si possa immaginare che questo nuovo contratto possa incidere sulle materie che la legge ha interdetto alla contrattazione: per quanto di nostra conoscenza, ci vorrebbe una modifica legislativa.
Se così fosse, come crediamo che sia, dobbiamo immaginare che ultimamente ci si confronti come in uno spettacolo di qualche tempo fa, per giunta, pure quello, estivo: la sai l’ultima??
Roma, 09.08.2013
Il Coordinatore Generale
Domenico De Grandis
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