Il punto del Segretario Generale sulla finanziaria 2010 al 31.05.2010
Cari amici e colleghi,
quello che segue è un primo breve intervento sulla manovra correttiva adottata da ultimo dal Governo.
Il tutto in attesa che sia reso conoscibile (e promulgato) il testo definitivo del relativo decreto legge.
Infatti, nonostante la manovra economica sia stata licenziata dal Consiglio dei Ministri di martedì scorso, sul Sole 24 Ore del sabato successivo, il Presidente del Consiglio affermava che doveva ancora firmare il decreto legge: il che sta a significare che qualcosa potrebbe ancora cambiare e che non c'è nulla di definito allo stato.
La ragione di questo insolito iter va rinvenuta sia nella celebrazione dell'ennesimo confronto (o più propriamente "scontro") tra il Presidente del Consiglio dei Ministri ed il Presidente della Repubblica che nella mancanza di una totale condivisione della manovra tra le forze politiche che sostengono il Governo stesso.
E' emblematica, in tal senso, la vicenda dell'estinzione delle province con popolazione inferiore a 220.000 abitanti: estinzione che, almeno al momento, sembra accantonata.
Quello che emerge con sufficiente nitidezza, tuttavia, è che questa manovra correttiva, al pari delle altre che l'anno preceduta, graverà sui lavoratori dipendenti e, in particolare, su quelli appartenenti al pubblico impiego ed, in misura ancor più accentuata, sul personale del comparto delle aa.ll..
Come puntualmente osservato dalla Confsal, lo Stato e le PP.AA. stanno diventando "il peggior datore di lavoro italiano, penalizzando sempre pesantemente i lavoratori del pubblico impiego con il taglio ed il congelamento delle retribuzioni".
Le novità della manovra che ci riguarderanno più da vicino sono, in estrema sintesi, le seguenti:
- per gli anni 2010, 2011, 2012 e 2013, il trattamento economico complessivo del personale in servizio presso ciascuna amministrazione, compreso il trattamento accessorio, non potrà superare il trattamento relativo all’anno 2009;
- fino all’anno 2013, i trattamenti economici dei singoli dipendenti superiori ai 90 mila euro saranno ridotti del 5%, per la parte che eccede l’importo citato; oltre i 130 mila euro, la riduzione sarà del 10%;
- i rinnovi contrattuali saranno congelati e "i miglioramenti economici" che saranno riconosciuti nel quadriennio sotto la forma della indennità di vacanza contrattuale, non potranno superare il 3,2%;
- la pensione, infine, potrà essere fruita solo decorsi 12 mesi dalla maturazione dei relativi requisiti previsti dalla disciplina attualmente vigente.
Dobbiamo amaramente constatare, pertanto, che siamo alle solite.
Il riassetto dei conti dello Stato è posto a carico dei soliti noti, ovvero dei pubblici dipendenti e, in misura ancor di più marcata, di quelli degli ee.ll., a loro volta colpiti da un ulteriore taglio ai trasferimenti statali.
Il tutto con buona pace anche dei principi di valorizzazione della qualità della prestazione lavorativa e del sistema premiante nell'ambito della p.a. recentemente introdotti dal d.lgs. n. 150/2009 (riforma Brunetta).
Credo che in questo momento per noi valga quello che, a suo tempo rilevava Thomas Mann per i pubblici dipendenti tedeschi: l'unica certezza è la certezza del nulla.
Nella tragedia una piccola nota lieta: la manovra pone fine al finanziamento in via continuativa ed automatica di ben 232 enti culturali, tra i quali la Fondazione Craxi.
Mi riservo di notiziarVi ulteriormente e quanto prima sul punto anche per rendervi edotti e partecipi delle posizioni e delle iniziative di lotta che la Segreteria Nazionale Fenal elaborerà in coerenza con la confederazione Confsal nella quale ci riconosciamo laddove, con ogni probabilità, il Governo disattenda le richieste della Confsal di modificazione della manovra per renderla "meno iniqua e più sostenibile".
Vi saluto affettuosamente
Il Segretario Generale
Domenico De Grandis