Intervento del Segretario Generale Domenico De Grandis sul libro bianco “la vita buona nella società attiva” del ministro Sacconi.
La pubblicazione da parte del Ministro Sacconi di “la vita buona nella società attiva” ovvero del libro bianco sul welfare va accolto con il massimo interesse perché è un argomento che ci riporta ad un piano generale e non privato, che ci invita a riflettere sull’ assetto polito e sociale del paese.
In particolare sosterremo il Ministro Sacconi, in tutte le iniziative che promuoverà il principio di sussidiarietà che la Fenal Confsal riconosce e promuove. (Leggasi sole 24 ore del 18 aprile 2008. “Tre comparti nel pubblico impiego” a firma di Gianni Trovati)
Il principio di sussidiarietà, invero, risalente addirittura ad Aristotele e con l’enciclica Rerum Novarum di Leone XIII, è principio ispiratore del pensiero sociale cattolico.
Anche sotto il profilo normativo, l’indirizzo del Ministro Sacconi appare coerente con i principi comunitari: vedasi in tal senso l’art. 5, c. 2 del Trattato CE introdotto dal Trattato di Maastricht e con la riforma del titolo V della Costituzione ed, in particolare dell’art. 118.
Tuttavia, nonostante l’evidente nobiltà delle intenzioni, è opportuno che il Ministro presti la massima attenzione all’impatto che le emanande disposizioni andranno a determinare.
Per quanto attiene, in particolare, il lavoro nella pubblica amministrazione, la riforma del sistema delle relazioni sindacali e dell’articolazione della contrattazione collettiva dovrà evitare che gli errori del passato.
Non si può pensare di introdurre regole sempre più rigorose per l’accertamento della rappresentatività sindacale per poi scoprire che un sindacato di modestissime dimensioni, con poche centinaia di iscritti ed affatto rappresentativo, come l’Unione dei Segretari comunali e provinciali, sia stato ammesso alla contrattazione per diritto divino.
La politica del Governo nei confronti del personale della pubblica amministrazione non può ambire solo alla riduzione ad ogni costo del personale, come avviene ormai da vent’anni a questa parte, per poi constatare che uno degli elementi della attuale crisi economico-finanziaria è l’eccessiva riduzione del valore reale dei salari che ha svilito il potere di acquisto delle famiglie.
A tal proposito, viste talune prese di posizione in merito,(sole 24ore del 7.4.09) debbo ricordare che il Prof. Dell’Aringa, quale Presidente dell’ARAN, nell’aprile 1998 rilevava, nel rapporto trimestrale sulle retribuzioni dei pubblici dipendenti, come la moderazione salariale( la crescita retributiva media è rimasta un punto al di sotto dell’incremento del costo della vita) fosse un dato di fatto degli ultimi quattro anni, e lo faceva non senza soddisfazione, . Questo suo essere assertore di una economia certamente non sociale e chiaramente non protesa verso la sussidiarietà, desta oggi quanto meno sconcerto e confusione quando si legge delle sue affermazioni verso tutto ciò che era da lui palesemente osteggiato fino a ieri.
Forse è tempo di mettere fine alla politica dell’uomo per tutte le stagioni .
Il programmato affidamento alla contrattazione nazionale del solo 60% delle risorse economiche è lodevole laddove valga a decentrare la responsabilità e costi. Al contempo, però, non potranno essere omesse le misure che escludano il reiterarsi di abusi e sperequazioni.
Auspico che le forze sindacali, soprattutto quelle autonome, abbiano la possibilità di poter concorrere attivamente al progetto del Ministro Sacconi nella condivisione degli obiettivi generali e per garantire che le risorse siano utilizzate per gli obiettivi predeterminati e per la soddisfazione degli interessi generali.